JORGE
di Giorgio Mulliri
La Dorna e la tve hanno mesi fà, presentato un documentario sulla carriera di Jorge Lorenzo, dove con varie dichiarazioni, si racconta la vita fin da piccolo dell’attuale campione del mondo della motogp.
Vi riporto alcune delle fasi interessanti di questo documentario, già in vendita in dvd in Germania e Spagna.
Fanno parte del documentario i vari personaggi che hanno influito nella carriera di Giorgio (amava farsi chiamare cosi da piccolo).
Si comicia con il padre Chicho (in spagnolo leggasi cicio) che è un ex crossista.
A 3 anni Giorgio, cominciò ad andare in moto sotto la supervisione del padre, e da come dice Giorgio,lo faceva in un modo abbastanza duro, sempre con il cronometro in mano. Giorgio si lamenta del fatto che non sempre riusciva a fare o a capire ciò che il padre gli chiedesse,la cocciuttaggine di Giorgio faceva il resto.
La madre, parla di Giorgio come di un ragazzo che andava sempre lamentandosi di tutto, e per propia ammissione di Giorgio, a volte era anche insopportabile.
Giorgio confessa che il carattere del padre, apparentemente senza troppo amore e con troppe esigenze, trasformarono il suo carattere sempre peggio mettendo le basi da “fighetto” e maleducato che la gente ha conosciuto durante la sua infanzia.
Giorgio : quando mia madre mi preparava la colazione la vedevo che spalmava il burro sulle fette biscottate, e quel movimento mi fece pensare che avrei voluto guidare così, cioe come il coltello che ondeggia sulla fetta di pane a desta e a sinistra, omogeneo. Cosi voglio fare le curve. Da lì naque il "mantequilla" (burro).
La madre: gli dico sempre di essere se stesso che è la miglior cosa.
Quando i genitori si separarono, dovette scegliere con chi stare. Con il padre, sempre bisticciando, o con la madre. Scelsi mio padre, perchè alrimenti la mia carriera in moto sarebbe finita, dice Giorgio.
Cominciò a correre a 12 anni con il padre che ha dovuto sempre chiedere permessi per poter far correre suo figlio, era più piccolo dell’eta ammessa alle varie gare.
Durante il mondiale con la Derby, arrivo’ un’offerta da parte di Honda, parlarono con Amatrain suo manager di quel tempo, Gorgio rifiutò , voleva vincere con la Derby.
Dopo la prima gara vinta in Brasile con il famoso sorpasso all’esterno di un paio di piloti: Pedrosa e Stoner, da allora l’appellativo "porfuera" rimase come un marchio di fabbrica di Lorenzo.
Aveva un carattere troppo difficile, data la sua timidezza e perl non essere capace di esprimere affetto. La gente lo vedeva come un fighetto prepotente. Dice Giorgio: mio padre è una persona molto fredda che gli costa salutare, ma ha fatto molto per me, poi mio padre e’ mio padre. Anche se per un periodo non ci paralvamo, ma ci riconciliamo sempre.
Ho avuto l’offerta di Fortuna (sponsor di tabacco spagnolo) Honda e della Tech 3 per la motgp, ma ero impreparato per la motogp, avevo 17 anni.
Nel 2006 firmai perla Aprilia e lì mio padre spinse Amatrain perchè io avessi uno psicologo sportivo Juaquin Ozil, vinsi le prime due gare, ma nema me, ne a Amatrain non ci piaque molto, perchè oltre tutto lo piscologo, stava prendento tutto il protagonismo e guadaganva anche sui risultati.
Rompiamo con Ozil, la gara seguente feci la pole ma caddi alla prima curva e da lì, le seguenti gare feci peggio dello sperato, l’ambiente si stava scaldando all’interno dei box anche per le dichiarazioni che fece mio padre °Amatrain ruba i soldi di mio figlio°.
Intervenne Marcos Hirsh mio preparatore altetico e da allora mio mentore e manager personale.
Non avendo piu fiducia in Amatrain e visto l’ambiente che si era creato, restai con lui fino alla fine del contratto.
Marcos: o tagli con tuo padre con la tua fidanzata e con tutto il resto o io non ti seguo più.
Consegnami i cellulari il mercoledì, che io ti li ridarò a fine gara .
Tagliò con la fidanzatina, perchè altrimenti il padre attraverso di lei faceva arrivare messaggi a Giorgio.
Marcos: Giorgio veniva in palesta con magliette rotte e si lamentava perchè non voleva fare cardio.
Mi scocciai e lo mandai via, ero stanco di un ragazzino che aveva sempre da ridire su tutto. Tornò con la coda tra le gambe, lo aiutai a crescere anche moralmente .
Debutto con Yamaha pole e podio con le Michelin.
Arriviamo a Estoril,Forcada gli dice: ti darò una moto che andrai veloce anche qui dove non hai mai vinto. Risultato: vittoria.
Giorgio: Cominciarono le cadute, fino a LeMans dove la caduta mi fece rotolare sbattendo la testa e perdendo la memoria e lì mi chiesi se valeva la pena continuare in MotoGP .
A Laguna Seca ebbi un altra caduta rompendomi una caviglia, ma c’erano anche altri problemi, le minacce di Amatrain e il cattivo ambiente fù allora che decisi di cambiare manager .
Hirsh e Giorgio : dal 2009 Rossi aveva un rivale in casa, solo a vedere i fasteggiamenti nel box in Cataluina, si capì che era alle corde, Rossi le tento’ tutte per battere Lorenzo e anche perchè non capiva perchè non vinceva più.
Arrivammo in australia dove avrei potuto cambiare le sorti del mondiale ma caddi sbattendo su Hayden, e mi dovetti accontentare del vice campionato, con il 4 posto di Valencia.
Forcada: Giorgio non sa molto di tecnica e non lo pretende. Quello che lo preoccupa è quello che manca alla moto per andare più veloce, quello che dice è che cè da migliorare questa cosa che non mi piace, se facciamo dei cambiamenti lui dice che va bene vuol dire che abbiamo lavorato bene e non cè bisogno di spiegargli quali cambiamenti sono stati fatti.E’molto esigente con tutti e con tutto, se fai un cambio e a lui non piace te lo dice anche se è primo. E molto aperto ai cambiamenti , Rossi ha la sua linea di lavoro e noi la nostra, e a noi la moto va bene.
Hector(suo uomo di fiducia): E’facile il difficile è guadagnarsi la fiducia personale perchè con tutto quello che ha passato per la separazione dei sui e i problemi con il suo manager lo ha reso chiuso, è molto piu timido di quello che traspare, aveva bisogno di un enturage che gli desse tranquillità e l’ha trovata.
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