sabato 11 giugno 2016

Siamo idioti...di Manolo Fernandez Martinez





Foto Yamaha MotoGP

Vivendo in Spagna e pubblicando a volte anche articoli in Spagnolo, mi sono fatto una serie di amici lettori e Blogger Iberici.
Più di una volta mi sono imbattuto in articoli  che reputo  siano di interesse generale per chi segue il manz   su Facebook e sul blog.
In questo caso  ho letto l'articolo del amico, Manolo Fernández Martínez.
Manolo ha qualche lamentela su alcune cose successe il venerdi e sabato sui fatti del Gp di Catalunya.
Ho chiesto a Manolo il permesso di poterlo tradurre e postarlo nel mio blog. 




@mnlt15 che scrive per il sito


 http://www.pcmoto.net/web/2016/06/10/somos-idiotas/

Questo il link dove potete trovare l'articolo originale.

Spero possano risultare interessante il pensiero ed anche un po  sfogo personale  dell'amico Manolo.

Siamo sei anni che parliamo di quella curva 12 nella commissione, sostenendo che una scappatoia più ampia era necessaria. Ma purtroppo, non c'è più spazio per spostare la parete e la tribuna. C'è una tribuna e sarebbe molto costoso per modificare la via di fuga in quel punto.



 Più airfence gonfiabili sono stati messi perché ci hanno detto che  espandere la via di fuga era impossibile.
 Questo è un punto di svolta pericolosa. Due anni fa  Antonelli aveva una normale caduta e ha raggiunto il muro.
Quando corriamo  sulla stessa pista della la F1 dovrebbero essere  tutti d'accordo, la Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA) con Motociclismo (FIM). 
E sempre una ricerca di equilibrio. Noi preferiamo la ghiaia, e la F1 l'asfalto la,  bisogna cercare un compromesso  ad ogni curva, non possono arrivare  loro ( la f1)  mettere l' asfalto e stop.
Probabilmente, se ci fosse stata la ghiaia al posto del cemento in quella via di fuga la dinamica dell'incidente sarebbe stata diversa, la moto era andata ad un lato e non contro il muro.
 La F1 sono oramai molti anni che  non fanno quel curvone , perché la velocità che entravano avevano bisogno di 500 metri necessari per la via di fuga. 
Noi la facciamo molto più lentamente, ma abbiamo bisogno di ghiaia in quel punto "

Queste erano le parole che sono state dette sabato scorso al Circuit de Catalunya, a Montmelo, dopo la tragedia che si è portato via  a Luis Salom.
Delle  parole molto dure, anche più dure, dell'inutilità e la responsabilità alla commissione per la sicurezza, del circuito e quelli che sono predisposti per parlare di sicurezza  fino quelli che portano avanti il mondiale con la sua organizzazione.  Ed  è in  ultima analisi  il responsabile di tutto ciò che accade sul circuito. Perché nel fare errori, se un lavoratore ha un incidente, la responsabilità ultima è la società per la quale lavora.

Molte   dure parole, ancora più dure, in cui vi è una denuncia molto esplicita e amara per tutti coloro che non ascoltano i piloti.

Delle parole ancora più amare contro i proprietari del circuito ( i comuni), e gli omologatori (la Federazione Motociclistica Internazionale) e promotore (Dorna) che lascia ben intendere che   gli interessi sono ben al di sopra della sicurezza attiva dei professionisti che vi lavorano, perché non si sbaglino se un lavoratore ha un incidente sul lavoro. Il responsabile ultimo è l'impresa per cui lavora


In queste parole, molto dure ancora più dure, aggiungo(e dico perché io  ho scritto questo testo a  mio nome), si  giunge alla conclusione che forse quella via di fuga d'asfalto, in quei giorni specifici per Montmeló, è stato omologato per la Formula 1 (anche se questo ciocca con l'approvazione della sicurezza delle moto) per le f1, è molto costoso vederle bloccate in una trappola di sabbia e ghiaia per fermare gli oggetti e piloti che potrebbero  scivolare lì.

Potrebbe essere che a Montmeló preferiscano perdere entrate  della MotoGP prima di perdere la Formula 1, si richiede una via di fuga con ghiaia, e non è di gusto per il  pubblico della Formula 1, che paga anche per vedere la pista vuota in un giorno allenamenti privati. 
E non critico gli appassionati di Formula 1, io pago per vedere la mototorette  girando in pista. 
Le tv pagano per   ritrasmetterlo. E la gente paga per andare al circuito per  vederli. (E credo che questo, e nessun  altro, è il motivo della NON sospensione dell' ultimo GP di Catalunya).
Queste parole sono molto dure, e risultano ancora più dure,  quando si apprende che sono state pronunciate da Valentino Rossi.
Anche  Marco Melandri (ex professionista, ex operaio MotoGP) si e' pronunciato al rispetto.

Il fottuto padrone del mondiale si rivendicò come tale durante il GP di Catalunya, di fronte al nuovo regolamento che impedisce  critiche aperte verso  il Moto mondiale GP, e punisce affermazioni come queste con sanzioni sportive. 
Il fottuto padrone della motogp ha attuato come tale  e  ha difeso davanti ai media  tutti i loro colleghi e il loro diritto a lavorare in condizioni minime di sicurezza da sei anni a questa parte . Il fottuto padrone del mondiale prese coscienza di se stesso,  e si e si e' sporto a i media  che maneggia alla perfezione, un messaggio chiaro: la MAL chiamata  "Commissione per la sicurezza"  non funziona e non ha interesse che funzioni. 
E visto quello che si è visto, ora capisco che Rossi non abbia interesse ad assistere a inutili riunioni.


E ora viene la mia domanda, quanti media hanno diffuso le parole di Rossi?  Forse non hanno mai parlato?
 Io sognavo forse  o ho bevuto assenzio? Poiché le edizioni stampa di Solo Moto o Motociclismo .es non  vi è nominazione di queste parole di Rossi, e le varie edizioni digitali della maggior parte dei mezzi di comunicazione ci hanno venduto la merda delle dichiarazioni di Rossi sul fatto che Rossi ha approfittato dei fatti del venerdì per attaccare Marquez, senza nessun riferimento che la curva 12 e da sei anni sotto sospetto da parte dei piloti.

Ho voluto decidere di averlo sognato, perché mi sembra inassumibile che nessun medio di comunicazione facesse un eco chiaro di alcune parole molto dure, dove si dice che a nessuno importa se un pilota possa morire salvo che muoia. 

 Parole dure, che dicono che a nessuno importa se un pilota può morire  a meno che non muore, ma non potrei: queste  parole sono state pronunciate. ed i mezzi usuali non hanno fatto un fottuto caso, convertendo tutti in codardi e figli della grande safety  commision, sia perché non sono interessati a vendere quando un pilota si lamenta, o perché qualcuno  ha chiesto loro  di non dare  troppa diffusione,  controllando ciò che esce e entra  delle redazioni dei circuiti. 
Cosa che invece per  per la conferenza stampa di  Ezpeleta e Uncini non sono mancate voci o recensioni in diversi media.

Noi siamo idioti, idioti, ancora più idioti, per non essere in grado come tifosi  e come i motociclisti che capiscono i rischi che corrono i nostri  ammirati piloti professionisti , di vedere oltre la cortina di fumo che comporta la rimozione di una curva subito dopo che sia successo, quando qualcuno è venuto da  sei anni avvertendoli che la via di fuga era molto insicura, mentre nessuno si prende più responsabilità di  "non" spiegare cosa è successo.
 E come quella curva ce ne sono diverse.




Un ringraziamento  a Pcmoto.net e al Manolo da parte del manz.
Un abrazo.

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